Mortalità evitabile in Italia: il Progetto
Pochi numeri per incardinare il dibattito: i morti contrastabili con azioni di sanità pubblica diminuiscono di uno ogni sei (‑17,8%) dal 2000 al 2010 mentre negli stessi anni il numero di morti in generale cresce del 4,6%; sono 110 mila i decessi del 2010 comprimibili con azioni di sanità pubblica; due decessi evitabili su tre riguardano il genere maschile e, soprattutto, uno su due è evitabile con interventi di prevenzione primaria; una determinante variabilità del fenomeno a livello territoriale, che suggerisce approfondimenti locali e indirizza verso politiche regionali differenziate.
Pochi "ingredienti", da leggere con attenzione, alla base della ricetta proposta: un’eccellente tradizione ~ l’indagine prosegue Prometeo, definito dall’allora Ministro della Salute uno dei migliori studi del tempo, ed ERA, una ricerca degli specialisti nazionali più preparati sul tema; l'incisività del messaggio ~ è necessario attivarsi per ridurre la mortalità in età in cui non è normale né giusto morire; l’evidenza del metodo ~ il rapporto segnala con chiarezza (e senza trascurare la verificabilità scientifica per gli addetti ai lavori) dove e per quali cause è più urgente intervenire; l’applicabilità della strategia proposta ~ mantenerci in salute con sforzi e costi limitati, lavorando sugli stili di vita (alimentazione, alcol, tabacco, attività fisica), sulla prevenzione degli incidenti stradali e sul lavoro, sulla diagnosi precoce, sulla gestione e sull’organizzazione dei servizi sanitari.
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